Nimrod
Nimrod (ebraico נִמְרוֹד), personaggio biblico, fu secondo la Genesi 10,8-12 re dello Shinar (Mesopotamia) - per quanto storicamente non risulti tra i re mesopotamici- e figlio di Kus (Cush) o Etiopia, figlio di Cam, figlio di Noè. Era inoltre grande cacciatore e fu il primo fra gli uomini a costituire un potente regno. Il nucleo iniziale del regno fu Babele, insieme ad alcune altre città, ma poi si spostò ad Assur dove fondò Ninive. In seguito si sposò con la propria madre Semiramide, che dopo la sua morte dichiarò che lui era diventato il dio sole Baal. Secondo alcuni ebrei Nimrod venne ucciso da Esaù, figlio di Isacco e fratello di Giacobbe.
Significato del nome
Illustrazione di Nimrod sacrificante un cervo
Gli scritti rabbinici fanno derivare il nome Nimrod dal verbo ebraico maràdh, il cui significato va ricercato in ribellarsi. Nel Talmud babilonese (Erubin 53a) si legge: "Perché, allora, fu chiamato Nimrod? Perché istigò il mondo intero a ribellarsi (himrid) alla Sua sovranità [di Dio]".
Nimrod e la torre di Babele
La torre di Babele vista da Pieter Bruegel (1563)
La Genesi non fa altri riferimenti a Nimrod, ma forse il fatto che il suo regno fosse inizialmente attorno a Babele e probabili notizie riferite da fonti andate perdute hanno contribuito ad attestare la tradizione che gli attribuisce l'idea di costruire la torre di Babele.
D'altronde secondo il racconto biblico di Genesi capitolo 10, il regno di Nimrod includeva le città di Babele, Erec, Akkad e Calne, città del Paese del Sinar. La tradizione ebraica giunge alla conclusione che probabilmente fu sotto la direttiva di Nimrod che ebbe inizio Babele e la sua torre. Lo scrittore ebraico Giuseppe Flavio infatti scrive: «[Nimrod] trasformò gradatamente il governo in una tirannia, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non quello di tenerli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò avrebbe costruito una torre così alta che le acque non l'avrebbero potuta raggiungere, e avrebbe vendicato la distruzione dei loro antenati. La folla fu assai pronta a seguire la decisione di [Nimrod], considerando un atto di codardia il sottomettersi a Dio; e si accinsero a costruire la torre...ed essa sorse con una velocità inaspettata.»
Secondo Genesi 11,1-4, gli uomini, contravvenendo al disegno divino che voleva che popolassero l'intera Terra, decisero di fermarsi tutti in un luogo: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Per aver voluto restare uniti in un solo luogo, piuttosto che per il tentativo di "toccare il cielo", vennero puniti con la confusione delle lingue che, secondo Genesi 11,9, è anche all'origine del nome Babele.