Legione (demoni)
Nel racconto dei vangeli canonici, Legione (in greco: Λεγιὼν, trasl.: Legiōn[1]) è il nome con cui si presenta a Gesù un gruppo di demòni che possiedono un uomo.
«Gli diceva infatti [Gesù]: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione» gli rispose, «perché siamo in molti».»
(Marco 5,8-9)
Gesù libera quindi l'uomo permettendo ai diavoli di entrare in un grande branco di porci, i quali, posseduti, si precipitano da un burrone e affogano nell'acqua. Il racconto dell'episodio è presente in tutti e tre i vangeli sinottici. Tuttavia, Matteo non ne esplicita il nome.
Tale nome proprio fu quindi di origine tardiva, poiché dall'aramaico fu tradotto direttamente in latino come Legionem, ad indicare una schiera, una moltitudine, un gruppo militante compatto, in questo caso di diavoli, che hanno come obiettivo possedere il corpo di una persona (non possono possedere l'anima perché essa è di Dio).
Questo episodio, conosciuto come esorcismo dell'indemoniato di Gerasa, fu collocato, significativamente, prima della doppia narrazione della risurrezione della figlia di Giairo e della guarigione dell'emorroissa, centrata anch'essa su di una questione di purezza. La narrazione del Vangelo secondo Marco, ripresa poi nel Vangelo secondo Luca, è alquanto elaborata, mentre nel Vangelo secondo Matteo l'episodio viene riassunto. Un uomo del «paese dei Geraseni», probabilmente un gentile, è posseduto da un demonio di nome Legione, dall'enorme forza, il quale, incontrato Gesù, lo riconosce immediatamente come «Figlio di Dio»; dopo essere stato scacciato, Legione possiede un branco di maiali al pascolo che subito si uccide; i Geraseni, spaventati, chiedono a Gesù di allontanarsi, cosa che fa dopo aver proibito all'uomo liberato da Legione di seguirlo e avergli detto di raccontare ciò che è accaduto alla propria famiglia.
Il termine legioni è anche usato per indicare le molte schiere di diavoli dell'Inferno nella demonologia classica, che tende a catalogare i demòni come vere e proprie gerarchie militari.