Keniti
I Keniti (in ebraico קינים, Qînîm), o Chenei, o anche Cinei, erano un clan madianita stanziato a sud della Palestina, nella penisola del Sinai. Erano dediti alla pastorizia, ma anche all'estrazione del rame e alla lavorazione dei metalli. Come gli altri madianiti, anche i keniti erano ritenuti discendenti di Abramo e della sua seconda moglie Keturà.
Secondo la Bibbia Mosè sposò la figlia del sacerdote kenita Reuel, detto anche Ietro. Parte dei keniti si aggregò agli israeliti e in Genesi 15,19 il loro territorio è citato fra quelli che IHWH avrebbe donato ai discendenti di Abramo. Secondo alcuni studiosi IHWH sarebbe il dio originario dei keniti, fatto proprio dagli israeliti.
Etimologia
Kenita o Qenita traduce l'ebraico biblico קֵינִי Qeyniy. Secondo il Lexicon di Gesenius, questo nome è un patronimico derivante dal nome Caino (קַיִן Qayin). Talvolta, perciò, i keniti sono chiamati "cainiti"; nome, tuttavia, solitamente utilizzato per indicare una setta gnostica del secondo secolo d. C.
La falsa patronimia è in buon accordo col quarto capitolo del libro della Genesi, in cui si afferma che Caino ebbe una vita nomade e che un suo discendente, Tubal-Kain, avrebbe inventato l'arte di lavorare il bronzo e il ferro. Secondo A. H. Sayce, inoltre, il nome ‘Kenita’ ossia Qéní, è identico a una parola aramaica che designa un artigiano che lavora i metalli. Anche il nome Caino è identico alla parola ebraica qayin, che significa ‘lancia’.
I keniti nella Bibbia
Num 24,21 li qualifica come discendenti di Caino ("Poi vide i Keniti, pronunziò il suo poema e disse: «Sicura è la tua dimora, o Caino, e il tuo nido è aggrappato alla roccia."). Tuttavia, la loro stirpe fu estinta col diluvio universale, lasciando sulla Terra solo Noè e la sua famiglia, vale a dire i discendenti di Set.
In Esodo 2,18 e segg. Mosè, fuggito dall'Egitto, viene accolto per 40 anni dal sacerdote madianita Reuel, anche detto Ietro, ne pascola le greggi e ne sposa la figlia Sefora. Pascolando le greggi Mosè raggiunge il bordo del deserto di Paran, dove si trova il monte Oreb. Qui, nel celebre episodio del roveto ardente, gli si presenta IHWH, qualificandosi come il dio di Abramo, gli rivela il suo nome e gli ordina di liberare il popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto. Quando Mosè con gli Israeliti raggiunge il Sinai (Oreb) vi incontra nuovamente Ietro, che offre un sacrificio di comunione, a cui partecipano Mosè, Aronne e tutti gli anziani di Israele (Es 18,12). Ietro e gli Israeliti, quindi, sembrano adorare lo stesso dio. Quando, poi, Mosè lascia il Sinai si fa accompagnare come guida verso la Terra Promessa da Obab, un figlio di Reuel (Nm 10,29). Altri suoi fratelli si aggregarono a lui perché nel Libro dei Giudici si racconta che i figli di Ietro andarono ad abitare con i figli di Giuda nel "deserto di Giuda", il Negev, a sud di Arad.
Proprio scavando le rovine di Arad e di una fortezza collocata 10 km a sud-est, in una località chiamata Ḥorvat 'Uza (Khirbet Ghazzeh) sono state trovate tracce di una popolazione, ivi residente nel VII secolo a.C. e caratterizzata dal fatto che più del 60% dei nomi contenevano il prefisso o suffisso teoforico "yahu" e, nel caso di Ḥorvat 'Uza, dall'assenza di rappresentazioni figurative comuni in siti palestinesi coevi.