Balaam

Balaam (in lingua ebraica: בִּלְעָם, vocalizzazione standard Bilʻam, vocalizzazione tiberiense Bilʻām) è un indovino e stregone menzionato nel Pentateuco. La sua storia viene raccontata verso la fine del libro dei Numeri. Ogni antica menzione di Balaam lo considera un non-Israelita indovino, e figlio di Beor, anche se non si sa esattamente con chi possa identificarsi Beor. Balaam viene spesso citato come un "uomo stregato" nella maggior parte delle storie lui concernenti.

Le storie

Esistono due diversi racconti su Balaam nella Bibbia:
  • Balaam e Balak, che contiene una breve storia collaterale che racconta dell'episodio di Balaam ed il suo asino.
  • Balaam ed i Madianiti.

Balaam e Balak

La principale storia di Balaam ha luogo nel tempo del soggiorno degli Israeliti nella piana di Moab, ad est del fiume Giordano, alla fine di quarant'anni di peregrinazione nel deserto, poco dopo la morte del sommo sacerdote Aronne, fratello di Mosè, e del successivo attraversamento del Giordano. Gli Israeliti hanno già sconfitto due re dal lato occidentale del Giordano: Sihon, re degli Amorriti, e Og, re di Bashan. A ragione di questo Balak, re di Moab, si allarma, e invia gli anziani di Moab e dei Madianiti presso Balaam, figlio di Beor, per indurlo a raggiungerlo e ad aiutarlo maledicendo Israele. Il posto dove si trova Balaam viene spiegato semplicemente come "presso il suo popolo" nel testo masoretico, anche se sia il Pentateuco samaritano, sia la Vulgata, che la Peshitta lo identificano con Ammon, cosa che viene accreditata da molti studiosi moderni.

Balaam risponde ai messi di Balak di attendere il giorno seguente per sapere cosa gli dirà Dio, il quale infatti gli appare e gli impone di non andare. Gli anziani tornano da Balak e gli riferiscono quanto accaduto. Allora egli manda nuovamente altri anziani per convincerlo, questa volta più influenti, promettendo a Balaam grandi ricchezze. Balaam, come prima, fa soggiornare gli anziani in attesa di ciò che Dio gli dirà. Nella notte Dio appare a Balaam al quale dà il permesso di andare "...ma farai ciò che io ti dirò." Balaam allora, la mattina seguente, sella l'asina (considerata nel II millennio una cavalcatura d'onore) e parte con gli anziani di Moab.

Alla partenza di Balaam si accende l'ira di Dio (qui la contraddizione sembra indicare un cambio di tradizione - jahvista), cosicché appare l'angelo del Signore con in mano la spada per ostacolare il suo cammino. L'asina, l'unica a vedere l'angelo, cerca di deviare la strada per tre volte, mentre Balaam, infuriato ed ignaro, comincia a percuotere la ciuchina che, a causa dell'impedimento dell'angelo, rifiuta di muoversi. A questo punto l'asina riceve miracolosamente il potere di parlare e si lamenta del trattamento ricevuto dal suo padrone.

«Che ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?». 29 Balaam rispose all'asina: «Perché ti sei beffata di me! Se avessi una spada in mano, ti ammazzerei subito». 30 L'asina disse a Balaam: «Non sono io la tua asina sulla quale hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse abituata ad agire così?». Ed egli rispose: «No».»

(Dialogo tra Balaam e la sua asinella, in Numeri 22:28)

Allora Dio concede anche a Balaam di vedere l'angelo, che lo informa che il comportamento dell'asinella è stata l'unica ragione che lo ha trattenuto dall'ucciderlo una volta per tutte. Balaam immediatamente si pente, domanda se deve tornare indietro, ma l'angelo gli ordina di proseguire "...ma dirai soltanto quello che io ti dirò".

Balak allora incontra Balaam a Kiriat-Cusot; allora si recano negli "alti luoghi di Baal" e offrono sacrifici su sette altari, cosa che provocherà che Balaam riceva una profezia da Dio, che lui riferirà a Balak. Giunto al dunque, e nonostante il suo mentore gli intimi il contrario, la profezia benedice Israele; Balak si lamenta incessantemente, ma Balaam gli rammenta che lui può soltanto pronunciare le parole che Dio pone nella sua bocca; dunque Balak lo porta su un altro "luogo elevato" sulla Pisgah, per provare a maledire di nuovo Israele. Si costruiscono altri sette altari in quel luogo e si eseguono sacrifici su ciascuno. Nonostante tutto Balaam pronuncia un'altra profezia che benedice Israele.

Balaam finalmente viene riportato a Peor da Balak, ora veramente frustrato, e dopo i sette sacrifici lì eseguiti decide di non cercare di fare incantesimi, ma invece osserva il Popolo d'Israele dal picco. Lo spirito di Dio discende e travolge Balaam e gli consegna una terza profezia positiva su Israele. La furia di Balak sale al punto di minacciare Balaam, ma Balaam meramente gli offre una predizione sul suo fato. Balaam allora rivolge lo sguardo sui Keniti e sugli Amaleciti e proferisce due ulteriori predizioni sul futuro. Alla fine Balak e Balaam proseguono per le proprie vie, ciascuno verso la rispettiva casa... per il momento. Il libro del Deuteronomio 23:3-6 fa una sintesi di questi eventi e inoltre afferma che gli Ammoniti si erano associati ai Moabiti. Giosuè, nel suo discorso di addio, menziona questo passo del Pentateuco.